Report della prima sessione del percorso seminariale organizzato dal Ministero dell’Istruzione “Ripensare l’educazione nel XXI secolo – Incontri per riflettere, proporre, agire”
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- Pubblicato Martedì, 12 Gennaio 2021 13:44
Carissimi,
interpretando la delicata sfida che il mondo della scuola affronta quotidianamente nell’educazione dei giovani, ho inserito nell’agenda culturale del mio mandato da Ministro l’organizzazione di un ciclo di incontri, dal titolo “Ripensare l’educazione nel XXI secolo”, che si terranno a partire dal 18 e 19 dicembre prossimi e fino a primavera inoltrata, con l’intento preciso di coinvolgere in un dibattito accurato e competente tutto il personale scolastico e coloro i quali abbiano a cuore i temi del dibattito educativo. […]
[…] La domanda che vorrei mettere al centro di questo convegno è: come coniugare le potenzialità della scuola italiana con le prospettive future che la ricerca scientifica e la riflessione pedagogica stanno elaborando, per dare un orizzonte di senso agli studenti del XXI secolo? […]
È con queste parole che il Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha brevemente presentato l’iniziativa afferente “l’agenda culturale” del proprio mandato, invitando il personale scolastico e quanti nutrono interesse per i temi del dibattito educativo a prendere parte ad un progetto ambizioso di riflessione sul mondo scolastico, con l’obiettivo di generare le premesse per imminenti azioni di innovazione.
Facendo un rapido passo avanti, dopo aver attentamente assistito alla prima sessione del percorso seminariale, tenutasi nei giorni di venerdì 18 e sabato 19 dicembre, ci si sofferma sulla formula che correda il titolo dell’iniziativa, “Incontri per riflettere, proporre, agire”, formula che il Ministro integra, in occasione dell’introduzione ai lavori, con il termine “insieme”.
Di per sé, riflettere, proporre e agire insieme appare una formula convincente nella misura in cui tali azioni siano condotte dalla comunità educante nella sua dimensione collettiva (compatibilmente con le dinamiche dei processi decisionali) e da quegli organismi socialmente rilevanti, come le organizzazioni sindacali, ma nulla è stato specificato in ordine alle modalità con cui effettivamente si intende far evolvere un percorso seminariale in processo di sistema, ad eccezione della fase di “ascolto del personale docente”.
Il dato esposto è ancor più rilevante se riferito all’intento esplicitato dal Ministro, addivenire ad una concreta politica di riforma della scuola. Infatti non trattasi di semplice azione incardinata in agenda culturale, ma come di una vera azione programmatica di natura politica: “la politica, se vuole fare bene, deve proiettare lo sguardo oltre”.
Indubbiamente i relatori sono espressione dei più alti livelli di indagine, studio e ricerca in ambito pedagogico, psicologico, didattico e scientifico, donne e uomini che senza alcun dubbio possono fornire stimoli, prospettive, alimentare azioni di riflessione e sostenere la formulazione di proposte, ma il Ministero dell’Istruzione è chiamato ad illustrare in maniera più efficace ed esaustiva la modalità, i luoghi e i soggetti con cui intende attivare gli importanti processi di sviluppo ed avanzamento della scuola. Vorremmo evitare che una simile iniziativa si possa ridurre ad azione di vetrina.
A nostro avviso, fermo restando la necessità di rendere viva e attiva la discussione culturale in ambito didattico/educativo, spingendo il sistema Italia a rendere tali argomenti patrimonio corrente al pari di altri temi di ampia e quotidiana trattazione (il lavoro, l’economia, l’ambiente, …), il Ministro è chiamato a definire compiutamente la visione politica del sistema scuola nella sua integralità, quella prospettiva programmatica ed operativa capace di dare sostanziale risposta a problematiche che viziano la capacità delle comunità educanti di assolvere alle proprie funzioni. Precariato, organici, stipendi, sono solo alcuni dei quei fattori connotati da forte criticità che determinano le condizioni essenziali per poter impiantare un sereno processo di ammodernamento e potenziamento dei processi didattico/educativi.
Da ultimo attenzioniamo quei riferimenti del Presidente Conte al Recovery Plan. La scuola rappresenta uno degli asset della progettualità nazionale da sottoporre al vaglio della governance europea. Un piano credibile richiede visioni prospettiche solide, concrete e condivise. Crediamo che iniziative come queste servano a fornire credibilità all’agire di una comunità nazionale che non di rado ha dimostrato di possedere visioni asfittiche, di breve durata, il tutto coniugato con una oggettiva difficoltà nella spesa delle risorse nazionali ed europee.
Seguiremo con attenzione il processo attivato, avendo cura di comprendere l’orientamento politico/culturale che orienta le azioni in essere, pronti ad interagire affinché i processi auspicati si compiano nei luoghi e con la corretta interazione di tutti i soggetti con attiva legittimazione.
CONCLUSIONI
In che termini i contributi, di indubbio valore formativo e di promozione di azioni di riflessione e ricerca, possono attivare processi di ampio e sistematico cambiamento della scuola? Nel più ristretto e determinato raggio di azione della presente iniziativa competerà al Ministro declinare il processo che immagina ma, svincolandosi dall’agenda culturale del Ministero, appare necessario che vi sia una condivisione di processo tra Scuola e ambienti accademici e di ricerca. Appare assolutamente necessario che le due realtà possano interagire organicamente. In tal senso emerge forte la necessità di comprendere con quali strumenti rendere effettiva la formazione “continua e permanente del personale docente” e come rendere la scuola agente di ricerca e sviluppo. È necessario portare stabilmente le Università e gli enti di ricerca nelle scuole, in un costante dialogo che pur preservando la dimensione dei ruoli e dei mandati specifici, consenta di garantire al mondo dell’educazione lo sviluppo di capacità di visione prospettica che sempre muova dall’individuo nella sua dimensione sociale. La Politica sia agente di promozione, mai barriera ma facilitatore, ambiente di ascolto, confronto, decisione ed attuazione, sia bene comune mai schiava delle contingenze e della semplice ricerca del consenso.
Per concludere, in questo contesto, non appaia secondario il modello di governance che la Politica , in questi anni, ha inseguito, ovvero quelli del mercato e del neoliberismo di cui la legge n. 107 ne è un esempio e che ha portato ad una mutazione genetica della Scuola della Repubblica che vede i suoi fondamenti nei principi non negoziabili della Costituzione. Certo sono il contenitore e l’incubatore del fare scuola anche con gli elementi innovativi e di ricerca accademica sul fronte delle nuove metodologie e delle tecnologie che , a nostro parere, non possono mettere in discussione i principi di laicità e di libertà del sistema scolastico che ha radici solide nella costituzione e che sono, però, sotto attacco da diversi decenni.
Percorso seminario_con interventi
Mariolina Ciarnella
Matteo Del Nobile